Lingua francese e disuguaglianze di genere

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Ricerche sul linguaggio di genere negli altri paesi europei
Il caso della Francia

di Ylenia Assunta Giordano, Dottoressa magistrale in Lingue e Lettere Moderne

Introduzione

Il linguaggio è una prerogativa assoluta degli esseri umani. Tuttavia, il più delle volte, si tende a considerare “sessista” il linguaggio, perché include molte più espressioni al maschile piuttosto che al femminile. In altre parole, e per fare un esempio per la lingua italiana, quando ci riferiamo ad un gruppo non omogeneo di persone (ossia ad un gruppo composto sia da uomini che da donne), usiamo termini prettamente al maschile: diremo “buongiorno a tutti” riferendoci, indistintamente, ad entrambi i sessi. Raramente diremo “buongiorno a tutti e a tutte”, perché poco utilizzato, e quindi considerato quasi inusuale.

Con l’espressione “sessismo linguistico” si fa riferimento alla nozione di “linguistic sexism” elaborata negli anni Sessanta e Settanta negli Stati Uniti nell’ambito degli studi sulla manifestazione della differenza sessuale nel linguaggio. Era emersa, infatti, una profonda discriminazione nel modo di rappresentare la donna rispetto all’uomo attraverso l’uso della lingua, e di ciò si discuteva anche in Italia, soprattutto in ambito semiotico e filosofico. Nella nostra penisola, lo scopo del lavoro era quello di ristabilire la parità fra i sessi attraverso il riconoscimento delle differenze di genere. Al linguaggio viene riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione sociale della realtà e, quindi, anche dell’identità di genere maschile e femminile: è perciò necessario che sia usato in modo non sessista e non privilegi più, come fa da secoli, il genere maschile né continui a tramandare tutta una serie di pregiudizi negativi nei confronti delle donne, ma diventi rispettoso di entrambi i generi [1].
La ricerca sviluppata ha preso in considerazione in maniera particolare lo studio del uso quotidiano della lingua francese, trovando all’interno delle pratiche linguistiche chiari pregiudizi e disuguaglianze di genere

Offese ed espressioni denigratorie

Dopo aver osservato articoli di giornali, saggi, video, interviste ad esperti linguisti e a persone comuni, e dopo aver ascoltato parlanti nativi francesi, si è giunti ad analizzare 42 espressioni e proverbi in lingua francese. Tra questi, come si evince dal grafico 1, l’81% sono insulti “al femminile”, ed il restante 19% al “maschile”.

Grafico 1. Offese ed espressioni denigratorie in lingua francese. l’81% sono insulti “al femminile”, ed il restante 19% al “maschile”.

Si può constatare che gli insulti rivolti ad un individuo di sesso femminile riguardano quasi in maniera esclusiva la sfera della sessualità. Infatti, termini molto diffusi sono quelli come putain, salope, coreuse (trad. puttana, troia), oppure glaciale, fille grâce, courtisane (trad. frigida, zitella, cortigiana). Altre espressioni qui riportate sono detti e proverbi che testimoniano sia la “sottomissione” della donna nei confronti dell’uomo, sia il modo nel quale le donne sono viste in maniera inferiore rispetto l’uomo. Si veda ad esempio:

  • Deuil de femme morte, dure jusqu’à la porte (Lutto di donna morta, dura fino alla porta). Si vuole, con questo detto, sminuire l’importanza della perdita di una moglie, di una compagna ecc., come se le donne fossero facilmente sostituibili, come se non contassero molto nella vita di un uomo.
  • Femme et melon à peine les connaît-on (Donne e melone si conoscono appena). Il proverbio fa intendere che difficilmente, fra tutte, sia facile trovare una “buona donna”. In questo caso, si può vedere una generalizzazione e una discriminazione nei confronti del sesso femminile.
  • Qui prend femme, prend maitre (Chi prende moglie, prende padrone). Il proverbio vuole far capire che le donne sono, per natura, autoritarie e “dittatrici”, quindi indica il fatto che, quando un uomo le prende in moglie, automaticamente egli perde la sua libertà e diviene quasi uno schiavo al servizio della propria donna.
  • Chiens et putes n’amènent que disputes (Cani e puttane provocano solo discussioni). Qui il sesso femminile viene addirittura accostato al genere animale, e fa intuire che le donne sono come i cani, in cerca di attenzioni, e intenzionate anche a provocare discussioni pur di sentirsi al centro dell’attenzione.
  • Femme ta guele saloppe, je t’ai à l’oeil (Chiudi la bocca puttana, ti controllo). Il detto, usato molto nella vita quotidiana, si riferisce alla donna con il termine “puttana”, indicando ancora una volta come essa sia vista sempre in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo.

Mettendo anche tali risultati in un grafico, si noterà che il 50% degli espressioni riguarda il campo della sessualità femminile, mentre l’altro 50% racchiude quelle offese che, invece, si riferiscono al ruolo secondario che la donna ha rispetto all’uomo all’interno della società:

Grafico 2. Il 50% degli espressioni denigratorie utilizzate in lingua francese riguarda il campo della sessualità femminile, mentre l’altro 50% r si riferisce al ruolo secondario della donna rispetto all’uomo all’interno della società.

Per quanto riguarda gli insulti “al maschile” in lingua francese, vanno sì ad offendere l’uomo, ma ancora una volta a farne le spese sono le donne. Sono, infatti, molto diffusi i termini e i modi di dire che colpiscono la virilità del “maschio”, denigrandolo e paragonandolo proprio alla donna. Infatti, la società concepisce il sesso maschile come il sesso forte, quindi pronto a lavorare, a svolgere compiti pesanti e difficili. Al contrario, il sesso femminile, quello, appunto, debole, che non può fare lavori di un certo tipo semplicemente perché, come erroneamente si ritiene, non è in grado di farlo. Tra le varie espressioni, quindi, sicuramente le più diffuse sono quelle che sminuiscono l’uomo a femmelette (femminuccia) o a ricchion (omosessuale). Al contrario, le donne poco femminili, ossia donne con capelli corti, vestite come se fossero dei ragazzi, sono “maschiacci”, quindi garçon manqué, nu maschij mancat.

Bibliografia

Ricerca di termini attraverso il dizionario online dell’Académie française: https://www.dictionnaire-academie.fr/

Florence Villeminot, Genie Godula,, Is French a sexist language?, France24, agosto 2020: https://www.france24.com/en/france/20200828-is-french-a-sexist-language

Robert Zaretsky, France is debating whether French is sexist, FP, novembre 2017:https://foreignpolicy.com/2017/11/20/france-is-debating-whether-french-is-sexist/

Claire Dauge-Roth, France claims its language is already gender-inclusive. History shows it’s not. Frencly, agosto 2020: https://frenchly.us/france-claims-its-language-is-already-gender-inclusive-history-shows-its-not/

Clea Caulcutt, “French language is sexist”, femminists says no. The Local FR, marzo 2012:https://www.thelocal.fr/20120307/2767

Ann Coady, “Ideologies of language and gender: sexist grammar in French.” University of Hong Kong, 2018. Dowload PDF (Academia EDU):  https://www.academia.edu/25630153/Ideologies_of_language_and_gender_Sexist_grammar_in_French

Ann Coady, “The non sexist language debate in Frencha and English.” Sheffield Hallam University, 2018. Download PDF (Academia.edu): https://www.academia.edu/38031302/The_non_sexist_language_debate_in_French_and_English

Fernando Silvera,“Sessismo linguistico, come si supera?” Docety blog, luglio 2020:https://blog.docety.com/sessismo-linguistico-come-si-supera/


[1] C. Robustelli, Lingua e identità di genere, «Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata», XXIX, 2000, pp. 507-527.

Ylenia Assunta Giordano (Battipaglia, 1994), laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Salerno, sta terminando il percorso in Filologia moderna nello stesso Ateneo, dopo una pausa dagli studi accademici dovuta alla specializzazione nel settore della danza e dello spettacolo. Durante il suo percorso, ha avuto modo di approfondire vari campi letterari, dalla storia del teatro greco alla letteratura latina, dalla filologia romanza alla letteratura italiana e allo studio della lingua italiana, e si è avvicinata anche alla storia del teatro secentesco grazie al lavoro svolto per la stesura della tesi magistrale, basato su un confronto tra Torquato Tasso e Battista Guarini. Con tali basi, continuerà ad approfondire i campi del percorso letterario e si dedicherà all’insegnamento.

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